E continuiamo a chiederci: "Ma Dio dove sta?".
Lo ripetiamo all'infinito quando accadono eventi dolorosi, tragedie, calamità naturali, guerre...
Ecco, appunto dov'è il buon Dio?
È là, dove è da sempre.
A guardare le nostre malefatte, incongruenze, bestialità, odio e indifferenza.
È là dove aspetta di essere amato, invocato e pregato.
È là ad aspettare che nell'uomo torni la luce per poterlo vedere.
Ora che invece le "cose del mondo" hanno avvolto l'intera umanità da tenebre che non permettono di vederlo.
Ma ci crediamo o no al nostro Dio, padre di tutti noi, pronto a donarci pace e amore se solo noi lo volessimo?
No, non ci crediamo.
Manca la fede, manca la fiducia, manca l'affidarsi a questo Dio.
Siamo tutti dotati di "libero arbitrio".
Dio ci lascia liberi di scegliere tra il bene e il male.
Lui guarda, osserva, legge nei cuori, conosce i pericoli ma ci lascia fare.
Siamo noi responsabili delle nostre azioni.
E l'umanità è ormai "del mondo".
È distratta, non vede e non sente se non le cose terrene, tangibili, piacevoli, attraenti, appaganti...
In balia del male va sempre più alla deriva con lo stesso mondo malvagio che l'ha fagocitata.
È un'umanità perversa, corrotta, peccatrice.
Non chiediamoci dov'è Dio se la povertà uccide, se bambini muoiono per mancanza di acqua e cibo, se molte popolazioni vengono schiavizzati da potenti e tiranni.
Non chiediamoci dov'è Dio quando si è in guerra, quando muoiono innocenti, bambini sotto bombe e fucili.
Non chiediamoci dov'è Dio quando accadono terremoti, tsunami, esondazioni, frane, incendi...
Tutto accade per la stoltezza dell'uomo per la sua parte malvagia o per l'aver sfidato la natura non tenendo conto che essa va rispettata nel suo equilibrio e nella necessità di capire come mettersi in sicurezza.
Nessun terremoto è "cattivo".
Nessun vulcano erutta per distruggere le città, nessun fiume esonda per devastare e portare via cose e persone.
Le valanghe non hanno un’anima malefica, i massi non crollano per seppellire qualcuno.
Tutto questo accadeva già milioni e milioni di anni prima che arrivasse l'uomo.
L'uomo ne è responsabile. Suo compito è di essere per quanto possibile lungimirante e suo dovere è l'adattarsi alla natura e non viceversa.
La Terra non è proprietà dell'uomo.
"Noi non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli" dice un proverbio degli Indiani d’America.
L'uomo la sfida sentendosi l'essere superiore, padrone in diritto di modificare l'equilibrio che muove questo nostro mondo. Saccente nel credersi superiore alla natura, pronto a fare e disfare regole e armonia che la stessa natura, forte e potente, mette in atto.
Dov'è l'uomo che affama i suoi simili?
Dov'è l'uomo che uccide innocenti e bambini?
Dov'è l'uomo che non rispetta la natura?
È questa la domanda da porsi e la risposta non può che essere:
"Ecco l'uomo è qui, tra le grinfie del male".
Sarebbe opportuno che riconosca i propri errori e si prenda le proprie responsabilità.