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30 aprile 2022

"Ero attratto da tutte le cose sbagliate" di Charles Bukowski



"Ero attratto da tutte le cose sbagliate: mi piaceva bere, ero pigro, senza dio, senza idee politiche, senza ideali.
Vivevo nel nulla; la mia era una non esistenza e a me andava bene così. Tutto questo non faceva certo di me un personaggio interessante. 
Non volevo essere interessante, era troppo faticoso. Quello che volevo veramente era uno spazio facile, indefinito dove vivere tranquillo. 
Volevo essere lasciato in pace.
D'altra parte quando mi ubriacavo mi mettevo a urlare, impazzivo, perdevo il controllo. 
Ciascuno di questi comportamenti non andava d'accordo con l'altro. 
Non me ne fregava niente."



29 aprile 2022

"Una donna..." di Charles Bukowski

Dio o qualcun altro continua a creare le donne e a mandarle in giro, e una ha il culo troppo grosso, l'altra le tette troppo piccole, una è pazza e l'altra è suonata, una ha la mania della religione e l'altra legge le foglie del tè, una non riesce a controllare le scoregge, l'altra ha il naso grosso, e l'altra ancora ha le gambe secche. Ma ogni tanto arriva una donna, in pieno rigoglio, una donna che scoppia dal vestito... una creatura tutta sesso, una maledizione, la fine di tutto.


27 aprile 2022

Le cupole delle chiese ortodosse

Sono particolarissime le chiese ortodosse con le cupole a cipolla e le croci sulla parte superiore di esse.
La forma a bulbo, che vuole simboleggiare la fiamma di una candela, fa di queste cupole il simbolo della Russia e la principale caratteristica distintiva dell’architettura ortodossa.

Le cupole possono essere una o più di una, ed il numero rappresenta un simbolo:

1 cupola è simbolo dell'unicità di Dio o Cristo;
2 cupole sono rare e rappresentano la natura divina e quella umana di Cristo;
3 cupole sono il simbolo della Trinità;
5 cupole simboleggiano Cristo e i quattro evangelisti;
7 cupole, spesso utilizzate perché numero sacro (sacramenti) e perché sette sono i concili ecumenici sui quali si basa la Chiesa Ortodossa dal punto di vista dogmatico e dottrinale;
9 cupole rappresentano le nove schiere angeliche;
13 cupole corrispondono a Cristo e ai suoi dodici apostoli;
25 cupole quando, oltre a Cristo e agli apostoli, si vuole simboleggiare altrettanti profeti dell’Antico Testamento (troni celesti descritti nell'Apocalisse);
infine anche 33 cupole, ma molto rare, per rappresentare gli anni della vita terrena di Gesù.

Una chiesa ortodossa può anche avere un campanile.


Chiese e cupole
 possono essere bianche perché nell’Antico Testamento il bianco è il colore di Dio
e simboleggia la luminosità estrema e la luce divina.
Le cupole, più spesso, sono colorate e i colori, benché non siano codificati in senso stretto, riflettono alcune usanze iconografiche.

Il colore dorato è il colore più diffuso delle cupole delle chiese e delle cattedrali ortodosse russe. 
Il colore oro è gloria di Dio, è amore e calore. Le chiese con le cupole dorate sono dedicate a Gesù Cristo e alle grandi feste religiose. 


Cupole di colore blu con le stelle sono dedicate alla Madonna. Il colore blu simboleggia l’innocenza e la purezza della Vergine, invece le stelle simboleggiano la Stella di Betlemme che guidò i Magi a fare visita a Gesù appena nato.


Il colore verde è considerato un segno dello Spirito Santo. Più spesso il colore s’incontra nelle chiese dedicate alla Santissima Trinità o ai singoli santi, così come anche le cupole argentate, colore legato alla purezza e alla santità.


Una cupola policromatica, nella tradizione ortodossa, simboleggia invece la bellezza della Gerusalemme Celeste.


Le cupole di colore nero, piuttosto rare, decorano le chiese dei conventi e dei monasteri.




26 aprile 2022

Chiesa di Sant'Andrea a Kiev


Incantano, le verdi cupole
della chiesa di Sant'Andrea,
a Kiev, in Ucraina.

Progettata 
da Bartolomeo Rastrelli, 
nella metà del XVIII secolo
è una chiesa di rito ortodosso,
in stile barocco.




25 aprile 2022

"Rimani" di Gabriele D’Annunzio


Rimani! 
Riposati accanto a me. 
Non te ne andare. 
Io ti veglierò. 
Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto 
fuorchè d’essere venuto a me, 
liberamente, fieramente. 
Ti amo. 
Non ho nessun pensiero 
che non sia tuo; 
non ho nel sangue
nessun desiderio
che non sia per te. 
Lo sai. 
Non vedo nella mia vita 
altro compagno, 
non vedo altra gioia. 
Rimani. 
Riposati. 
Non temere di nulla. 
Dormi stanotte sul mio cuore…



22 aprile 2022

La pioggia


Cade la pioggia 
da interminabili ore.
Lava il mondo impuro 
mi dico.
Lasciamola fare.
E intanto
i profumi dei gelsomini
e dell'erba bagnata
arrivano fino a me.
Io alla finestra socchiusa
aspettando che spiova.

🌧


19 aprile 2022

"A quelli che..." di Roberto Pellico


A quelli che si siedono nell'ultima fila per non essere osservati.
A chi quando gli fai un sorriso in ascensore abbassa lo sguardo e arrossisce.
A chi rimane digiuno ai buffet.
A quelli che non dicono niente quando qualcuno taglia la coda e passa avanti.
A quelli che si scusano anche quando non dovrebbero.
A chi è educato anche a costo di sembrare scemo.
A chi ha un’intelligenza arguta e sa riconoscere quando è il momento di non arrivare primo.
A tutti quelli che nella vita si sono persi un’occasione importante, perché un prepotente gliel’ha portata via.
A chi ha la risposta giusta e non alza la mano.
A quelli che ancora credono alla lealtà, a costo di essere sconfitti.
E niente.
Io vi vedo.
E siete proprio belli.




17 aprile 2022

O Signore risorto



O Signore risorto,
donaci di fare l’esperienza delle donne il mattino di Pasqua.
Esse hanno visto il trionfo del vincitore, ma non hanno sperimentato la sconfitta dell’avversario. 
Solo tu puoi assicurare che la morte è stata vinta davvero.
Donaci la certezza che la morte non avrà più presa su di noi.
Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati.
Che le lacrime di tutte le vittime della violenza e del dolore saranno prosciugate come la brina dal sole della primavera. 
Strappaci dal volto, ti preghiamo, o dolce Risorto, il sudario della disperazione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato. 
Donaci un po’ di pace.
Preservaci dall’egoismo.
Accresci le nostre riserve di coraggio.
Raddoppia le nostre provviste di amore. 
Spogliaci, Signore, da ogni ombra di arroganza. 
Rivestici dei panni della misericordia, e della dolcezza. 
Donaci un futuro  pieno di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita. 
Aiutaci a spendere per te tutto quello che abbiamo e che siamo per stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell’amore secondo il desiderio di Dio.

Amen.

Don Tonino Bello


16 aprile 2022

Crocifissi arrugginiti


È una chiesa 
abbandonata.
Da tempo
dimenticata.
Oltre quella porta 
ormai dismessa
tra vecchia mobilia
sono lì in terra
immagini sacre 
scolorite
e crocifissi
arrugginiti.
Chiedo perdono 
mio Signore.
Non dovrebbe 
essere questa
la tua dimora.
🙏


15 aprile 2022

Venerdi Santo - Luca 23,33-46

"Cristo crocefisso"
Diego Velázquez
Olio su tela - 1632 circa
Museo del Prado
Madrid - Spagna.

33 Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 
34 Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. 
35 Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto". 
36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 
37 "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso"
38 C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". 
40 Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena?
 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". 
42 E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"
43 Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 
45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 
46 Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò.





14 aprile 2022

Il monaco Serafino e Cristo crocifisso


Un monaco di nome Serafino chiedeva con insistenza al Signore di poter prendere il suo posto sulla croce, perché voleva condividere totalmente il ruolo di Cristo. 

Un giorno il Crocifisso accettò, ma a un patto
Il Signore Gesù gli disse: 
"Che tu stia zitto!". 
Serafino, essendo monaco, era abituato al rigore e all’osservanza del silenzio, quindi promise immediatamente. 
Il Cristo scese allora dalla croce, che era in chiesa, e vi salì invece il monaco Serafino.

Accadde che da lì a poco, entrò un uomo ricco a pregare e, mentre pregava, gli scivolò giù il sacchetto dei soldi. Si alzò per andarsene e Serafino, che aveva visto, avrebbe voluto dirgli che gli era caduto il sacchetto, però si era impegnato a tacere e quindi tacque.

Subito dopo entrò un uomo povero, cominciò a pregare, ma gli caddero subito gli occhi su quel sacchetto di soldi; si guardò intorno, non c’era nessuno che lo vedesse, prese il sacchetto, se lo mise in tasca e scappò. Serafino avrebbe voluto dirgli che non doveva prenderli, perché non erano suoi, ma si era impegnato a star zitto e dunque tacque.

Poi entrò un giovanotto che si mise devotamente in ginocchio ai piedi del crocifisso chiedendo aiuto e protezione perché stava per mettersi in viaggio per mare. In quel mentre entrò l’uomo ricco con i gendarmi dicendo che aveva lasciato in chiesa il sacchetto dei soldi. L’unica persona presente era quel giovanotto, i gendarmi lo presero e lo arrestarono. A quel punto Serafino non riuscì più a stare zitto e gridò: "È innocente".

Figuratevi! 
Il crocifisso parlante salvò quel giovane dalla galera, perché in forza di quella voce fecero meglio le indagini, lasciarono andare il giovanotto che si imbarcò, e arrestarono il povero che aveva preso i soldi, ed il sacchetto coi denari fu restituito al ricco.

Alla sera il Cristo tornò con la faccia scura e rimproverò severamente Serafino
"Così non va proprio bene!"
"Ma come, Signore?". 
"Ti avevo detto di stare zitto"
"Ma ho rimesso a posto le cose, ho fatto giustizia".

Disse allora il Signore: 
"No, Serafino, tu hai sbagliato tutto; il tuo impegno era quello di tacere; me lo avevi promesso. Invece, parlando, tu hai rovinato la mia azione
Quel ricco stava per fare un’opera cattiva con quei soldi e io glieli ho fatti perdere; 
quel povero ne aveva bisogno e io glieli ho fatti trovare; 
quel giovanotto ora sta naufragando in mare, e mi aveva chiesto aiuto: se fosse andato in prigione, almeno per un giorno, avrebbe perso la nave e non sarebbe morto.
Hai rovinato tutto, non sei in grado di metterti al mio posto, caro Serafino! Anche se sei un monaco, e ti consideri avanti nella vita spirituale, la Mia Provvidenza guida le cose meglio di voi, anche quando sembrano andare storto".

È un racconto dalla tradizione spirituale russa da cui attingere una preziosa morale:

Quando ci si rivolge al Signore per chiedere conforto e risposte, si è spesso impazienti e in atteggiamento di volere che le cose vadano secondo i nostri piani. Ma per il Signore non è così. Lui sa, dall'alto della sua onnipotenza e divinità, come e quando e perché le cose debbano andare in un certo modo.

Per il nostro bene, per gli altri... per un disegno divino di cui Lui sa la ragione.

Il tutto dettato dal suo infinito e vero amore. Anche quando le cose sembrano andare storte, anche quando sembra non accadere nulla bisogna avere fede.





12 aprile 2022

"Sono quel che sono..." di Walt Whitman

Foto di 
Rodney Smith 

Sono quel che sono, e questo è sufficiente. 
E se nessun altro al mondo se ne accorge, sono contento, e se tutti se ne accorgono sono ugualmente contento. 
C’è un mondo intero che se ne accorge, e per me di gran lunga il più grande, e questo sono io, e se arrivo a capirmi oggi o tra diecimila o dieci milioni di anni, posso accettarlo allegramente ora o, altrettanto allegramente, posso aspettare. 
Il mio punto d’appoggio è cementato e mortasato nel granito, rido di ciò che tu chiami dissoluzione, e conosco l’ampiezza del tempo. 
Sono il poeta del corpo, e sono il poeta dell’anima. 

dal libro Foglie d'erba


11 aprile 2022

Paura



Si ha paura del buio.
È l'ignoto che fa spavento.
Si ha paura del pianto.
Perché quelle lacrime.
Si ha paura del dolore.
Mio Dio toglici il dolore.
Si ha paura della guerra.
Assurda devastante
inutile è la guerra.
Si ha paura dell'uomo malvagio.
Ignobile bieco e nocivo 
è l'uomo perverso.
Si ha paura del futuro.
Chissà se avremo
ancora un futuro.
Mio Dio porta via la paura.
Porta via il buio il pianto
la guerra e l'uomo malvagio.
Donaci mio Dio cuori migliori
e ancora un domani.

🥀

10 aprile 2022

"Guardiamo tutti gli stessi..." di Chuck Palahniuk


Guardiamo tutti gli stessi programmi televisivi.
Alla radio ascoltiamo tutti le stesse cose, parliamo tutti delle stesse cose. 
Non c'è rimasta più nessuna sorpresa. 
Tutto uguale sempre di più. 
Solo ripetizioni. 
Siamo cresciuti tutti con gli stessi show televisivi.
È come se avessimo tutti lo stesso impianto di memoria artificiale.
Non ricordiamo quasi nulla della nostra reale infanzia, eppure sappiamo perfettamente tutto quello che succedeva alle famiglie delle sitcom.
Abbiamo tutti gli stessi traguardi.
Tutti le stesse paure.
Il futuro non è radioso. 
Molto presto, avremo tutti gli stessi pensieri allo stesso momento. 
Andremo perfettamente all'unisono. 
Sincronizzati. Connessi. 
Uguali. Gli stessi. 
Come formiche. Insetti. 
Pecore.


7 aprile 2022

"Poi tornerò qui. Da lui." di Milena Maggio


“Saluta sempre. Buongiorno e buonasera sono importanti”
“Sì nonno, lo faccio. Saluto sempre.”
“E ti ricordi di ringraziare con un biglietto dopo un invito a cena?”
“Me lo ricordo, ma adesso i biglietti non si usano più nonno. Invio un messaggio con il telefonino.”
Allora lui guarda un punto lontano e se seguo il suo sguardo arrivo alla vela di una barca che scivola tranquilla sull’acqua.
“Si regalano ancora i fiori alle donne?” mi chiede.
“Qualcuno lo fa. Non molti però” rispondo.
“Quand’è l’ultima volta che ne hai ricevuti?”
“Non me lo ricordo nonno” dico alzando le spalle “Ma non importa” concludo.
“Importa e come. I gesti gentili sono importanti. Tua nonna mi metteva fiori secchi di lavanda tra i fazzoletti nel cassetto. Così pensavo a lei pure quando ero raffreddato. È la gentilezza che fa l’amore. Se con gli altri sei educato, devi esserlo ancora di più con chi ami”
Gli poggio la mano sul braccio e lui gira il volto verso di me. Ha gli occhi lucidi. Forse è un po’ confuso. Non lo capisce questo nuovo mondo e io non ho voglia di mentirgli.
Però mi porto la sua mano sul viso e resto contenta e grata di quella carezza.
Poi gli dico “Nonno. Io sono una persona educata e gentile ed è soprattutto per merito tuo”
Mi fa cenno di sì con la testa e poi mi indica il vulcano oltre il golfo “Quello lo chiamate ancora Vesuvio, vero?”
E giù a ridere insieme.
Un minuto ancora abbiamo “Nonno, lo sai che quando verrò tu devi essere qui ad accogliermi!”
“Picciré, io non mi muovo da qua. Fai quello che devi fare e poi vieni”
Sento il profumo del gelsomino e della sfogliatella calda, la sua mano è sulla mia. Chiudo gli occhi e vado a fare quello che devo ancora fare in questa vita.
Con gentilezza e amore.
Poi tornerò qui. 
Da lui.


5 aprile 2022

Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa...."


Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita.

L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole.

La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii.

Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora. Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.

Carl Sagan  -  Pale Blue Dot -



4 aprile 2022

"In certe donne..." di Alphonse Karr


In certe donne che non sono né belle né piacevoli quanto altre, c’è un fascino invincibile che attrae gli uomini e stupisce e fa sdegnare le altre donne le quali non possono rendersene conto, perché esso agisce soltanto sugli uomini.
La ragione è che una certa donna è più donna di un’altra come fra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni una contiene più aroma ed essenza di vino di un’altra, così in una donna c’è molta più femminilità che in un’altra.