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28 dicembre 2021

Una letterina di Natale del 1936

Tra vecchie foto, in una scatola di latta, trovo questa letterina di Natale, ormai scolorita e ingiallita, scritta dal mio papà nell'anno 1936. Aveva 11 anni.

Mi commuovo e la stringo al cuore, ricordo per me prezioso ed unico.


Miei cari genitori

Col ritorno della soave festa di Natale, scendono dal cielo con la voce degli angeli parole di amore, di pace e di perdono.
Tutti i cuori sono invasi di serena letizia ed il mio piccolo animo che cosa sente?
Penso che a volte vi ò rattristati colle mie disobbedienze, col non sapere apprezzare i beni che Dio mi à dato che sono la salute e il vostro immenso affetto.
Possa Gesù infondermi nell'animo col pentimento la forza di vincere le mie debolezze per divenire migliore.
Egli mi guidi nella via del dovere e mi renda buono e saggio. Ed ora fatto più mite da questi propositi rivolgo a Lui una fervida preghiera affinché conceda la pace, la salute e la provvidenza a voi, cari, che siete tutto per me.
Chiedendovi la santa benedizione vi bacia e vi abbraccia 
vostro figlio Ottavio

Natale 1936 - XV



26 dicembre 2021

Good night

Io qui, tu là...
tu lì, io qua...

🤍

I kiss you "good night" !



25 dicembre 2021

Filastrocca di Natale



Dolce è Natale
dolce è Gesù,
dolce è la neve che scende giù.
Dolce è la mamma ed il papà
e tutti quelli che sono qua.
Oggi è Natale 
e siam tutti contenti,
auguri e bacetti
 a tutti i pesenti.


Natale 2021


"Non è Dio 
che ha abbandonato il mondo, 
ma il mondo 
che ha abbandonato Iddio, 
unendo la sua sorte 
a quella della natura 
scissa dalla natura di Dio."

Fulton J. Sheen 

La sacra famiglia
di Greg Olsen

Buon Natale !



24 dicembre 2021

"Che scherzo" di Dino Buzzati



 E se poi venisse davvero?
Se a quell’ora precisa
mentre la nebbia
 oppure la pioggia nera
oppure comunque le caligini 
il fetido l’incubo nero
della notte sopra la pianura 
dell’umidità
e dell’espansione economica
l’arcipelago delle luminarie
sempre più denso verso il centro
specialmente i cinema i bar 
le stazioni di servizio
e poi nel cuore della città
la massima concentrazione di luci
di lusso di soldi di gioia di vizio
se nei palazzi cascine falansteri
attraverso le illusioni e i misteri,
lui davvero venisse?
Che scherzo pericoloso, eh?

Perché dicono dicono ma
non ci crede più nessuno.
Il proprietario 
del magazzino famoso
di articoli da regalo
non ci crede, e ne ride bonario
con le clienti in visone
anche il negoziante di giocattoli
sollevato dall’andamento straordinario
degli affari nonostante 
la recessione.

Non ci crede il capofamiglia
né lo scapolo né il coniugato
né il vecchio zio né la figlia,
neppure la mamma sebbene
tenendoli sulle ginocchia
abbia dettato ai bambini le lettere
col presepio e il bordo dorato
destinazione Paradiso
in franchigia, senza riflettere
al rischio della mistificazione.

Non ci crede neanche don Saverio
il buon prevosto della parrocchia
non basta infatti la fede
per prendere veramente sul serio
questa antica superstizione.

E neppure ci credono i bambini
che avrebbero sufficiente ingenuità
voglia di miracoli, di fantasia
di mostri, di favole, ma
ci fu quel sorriso speciale
della mamma così ambiguo 
e allora
nacque in loro l’ipocrisia
per la prima volta, con la paura
tipicamente italiana
di passare per cretini.

Neanche loro dunque 
ci credono più
che alla mezzanotte 
del venti-quattro,
carico di regali
in carte d’oro e d’argento
fra un grande sbattere d’ali
(ci saranno anche gli angeli, no?)
arriva il Bambino Gesù.

E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, 
il desiderio espresso così, 
più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.

E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto
Guai se tu svegli i ragazzi,
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa' piano, Bambino, se puoi.




22 dicembre 2021

Un regalo



Un regalo è prezioso
perché doni
un po' del tuo tempo.
 Prezioso perché scelto 
e confezionato con cura.
Prezioso perché gesto 
che parte dal cuore.

Porgendo un regalo 
non occorre parlare.
È il regalo che sussurra:
"Ho pensato a te...
ti voglio un mondo di bene!"


18 dicembre 2021

Il mio Natale 2021


Natale è casa...

 Tu, 
  un bacio, 
 un abbraccio,
 tanto amore
 e Gesù nel cuore.
 Così sarà davvero
 un buon Natale !
   🎁




16 dicembre 2021

"Il mago di Natale" di Gianni Rodari


S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti:
 regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta 
me ne andrei a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

🎄🎁🧸🚂🎄



13 dicembre 2021

È il Natale


È il Natale la festa più sentita ed importante dell’anno.
Il Natale con i suoi simboli, tradizioni, ricordi, calore, famiglia...
Ma cosa rappresenta veramente il Natale? 
Cosa si festeggia? 
Cosa è "l'essenziale" di questa festa? 
La nascita di Gesù... è  ovvio! 

Eppure, da decenni, l'aspetto cristiano del Natale, "l'essenziale" è stato stravolto dal consumismo, da un'opulenza esagerata di molti su addobbi, cibo, regali, vestiario, vacanze...
Natale è Natale! Sì certamente. Non sono le tradizioni, contenute e sobrie, da biasimare ma tutto ciò che allontana dallo spirito religioso del Natale o che lo colloca in secondo piano.


Forse questo periodo natalizio 2021, ancora difficile e incerto, smuoverà le coscienze, chissà!
Circondiamoci di quanto possa portare "lo spirito del Natale" intorno a noi, ma dentro, nel profondo del cuore, facciamo che trovi posto solo Gesù.



La festività cristiana ha origini antichissime ed è l'allestimento del presepe l'usanza più diffusa nelle case italiane e nei paesi cattolici del mondo.
Il Natale cristiano si mescola però con le tradizioni pagane e popolari.
Questa unione di usanze si può estendere anche all’addobbo dell’albero di Natale, dove le prime testimonianze di alberi decorati sono state ritrovate in città tedesche intorno al 1500.

Usanze delle popolazioni celtiche del nord Europa, quindi, che in occasione della festa del solstizio d’inverno (giorno più corto dell’anno) festeggiavano, adornando di ghirlande un abete, per propiziare l’avvenire, per celebrare la vittoria della luce solare sulle lunghe notti invernali e la rinascita della natura con la primavera.


L’abete simboleggiava il punto d’unione tra gli dei e l’uomo, tra il cielo e la terra; l’abete sempreverde e le conifere erano considerati simbolo di vita. La fede cristiana si è sostituita a queste usanze, attribuendo all’albero di Natale il significato simbolico della croce. Gli addobbi, nel corso degli anni, non partono soltanto dall’era del consumismo, in quanto densi di simboli e significati.


L’abete sempreverde rappresenta speranza di rinascita, le candele la nuova luce che illumina il mondo dopo il solstizio, le palline e le tante decorazioni, per lo più dorate o argentate, dovrebbero propiziare la ricchezza ed il benessere materiale.
E non possono mancare campane e campanelle per annunciare festa, gioia e gloria.

Luce ovunque per illuminare e trasformare noi stessi; la luce del bene che vince le tenebre, l’amore che supera l’odio, la vita luminosa che sconfigge la morte.


Questa usanza, con l’avvento del Cristianesimo, è diventata il simbolo del Natale, dove lilluminazione dell’albero significa l’illuminazione di Cristo sull’umanità, mentre i doni e le decorazioni simboleggiano la Sua generosità verso l’umanità, ma anche i doni che gli uomini fanno al Bambino Gesù.


La ghirlanda, o corona dell’avvento, ottenuta dall’intreccio circolare di rami sempreverdi, foglie di alloro o rametti di abete (il colore verde simboleggia la speranza, la vita che non finisce), con quattro ceri, può essere appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario.


Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani, divenendo un simbolo del periodo che precede il Natale; il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità; indica il sole e il suo ciclo annuale senza mai esaurirsi; la corona è inoltre segno di regalità e vittoria, ma vuole indicare anche l’eternità di Dio: cerchio, che non ha inizio e non ha fine, l’immortalità dell’anima e la vita eterna, così come i sempreverdi.
Durante il Tempo dell’Avvento (quattro settimane) ogni domenica, con tutta la famiglia riunita, si accende un cero ed è il più piccolo della famiglia a farlo perché è una tradizione nata per preparare i bambini al Natale.
Ogni cero ha un suo significato: il primo cero dei profeti, il secondo di Betlemme, il terzo quello dei pastori ed il quarto quello degli angeli. Naturalmente l’accensione di ogni cero è accompagnata da un momento di preghiera.


È tradizione, molto comune e apprezzata, apprendere una ghirlanda alla porta d'ingresso per buon auspicio e per dare il benvenuto agli ospiti. Nel periodo natalizio si veste di pigne, agrifoglio, pungitopo, nastri e vari ornamenti.


Nella notte di Natale si accendeva nel caminetto un grosso ceppo.
Il ceppo, di quercia o di ulivo secondo le diverse tradizioni, doveva bruciare fino a Capodanno; per i cristiani, doveva rendere caldo e confortevole l’ambiente in segno di ospitalità per accogliere la venuta del Figlio di Dio. Tradizione molto diffusa, soprattutto in passato, aveva un significato simbolico perché si bruciava il passato e, interpretando il modo di ardere del legno, si potevano cogliere i presagi sul futuro; a volte le ceneri venivano sparse sui campi per garantire buoni raccolti.
In molti paesi il ciocco ha lasciato il posto alla candela di Natale, simbolo di luce e di pace che deve bruciare fino a quando non è interamente consumata.


È a questa antica tradizione che risale l’utilizzo di luci decorative nelle case e nelle strade nel periodo delle feste natalizie, così come l’usanza di confezionare dolci natalizi di cioccolata a forma di tronco d’albero, che non possono mancare sulla tavola di Natale, accanto a panettone, torrone ed altri dolci tradizionali regionali.


Lo scambio dei doni, a Natale, risale agli antichi romani. In occasione dell’anno nuovo al re veniva offerto in dono un ramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna. Questo rito augurale si diffuse tra la popolazione, con rami di ulivo, fico, alloro che più tardi furono sostituiti da regali vari, le cosiddette “strenne”.


Ogni paese e cultura ha poi le sue leggende su Babbo Natale. A noi piace vestito di rosso, con il pancione e la barba bianca, su una slitta trainata da renne, che distribuisce doni ai bimbi, la notte del 24 dicembre, calandosi dal comignolo... e per bambini ed adulti, è simbolo di generosità e dolcezza.
Il rosso, regale e simbolo dell'amore, è il colore per eccellenza e molto amato per rappresentare il Natale insieme al bianco, simbolo di spiritualità e purezza.


L’agrifoglio, il pungitopo e il vischio sono usati nelle ghirlande, sulle tavole per augurare fortuna. Le bacche rosse dell’agrifoglio sono il simbolo natalizio di buon auspicio, di abbondanza e fecondità.
Il vischio, crescendo in alto sugli alberi e l’essere senza radici ha molto suggestionato gli antichi come dono magico della natura. Regalarlo è di buon augurio ed appenderlo sulla porta di casa, dona pace e serenità.


La Stella di Natale, proveniente dal Messico, entra nelle case nel periodo natalizio grazie al colore rosso vivo delle foglie, per creare la giusta atmosfera: “rosso” colore per eccellenza del Natale. 



12 dicembre 2021

Mercatino di Natale a Strasburgo


A Strasburgo,
 bellissima e tipica città dell'Alsazia
nella Francia orientale, 
si svolge, fin dal 1570, 
uno dei più antichi 
Mercatini di Natale d'Europa.

Nel corso degli anni, 
da poche bancarelle 
di prodotti artigianali
 e per solo pochi giorni, 
si estende, oggi,
nelle piazze e nelle vie 
più importanti del centro storico.
da fine novembre fino a natale.


Tutta la città entra in una magica 
atmosfera di festa, 
con le tante luminarie e decorazioni,
palline, luci, ghirlande... 
tanti chalet in legno 
che espongono decorazioni
 artigianali natalizie...
vin brulé per scaldarsi
e tutt'intorno profumo 
di cannella e spezie!


In ogni angolo della città
spettacoli e concerti 
con musiche 
e canti tradizionali 
rendono più festosa e tipica
l'atmosfera natalizia.


Strasburgo, città affascinante, 
patrimonio di cultura, storia ed arte,
con il Natale diventa
davvero unica e magica.