sono, nella loro complessità,
oltre che fattori genetici
ed ambientali,
anche cause biologiche,
sociali, psicologiche e,
non da meno,
sociali, psicologiche e,
non da meno,
molte influenze culturali.
Il “peso giusto”
può essere considerato
quel peso che assicuri
ottime prestazioni funzionali
dell'organismo ed uno stato
di benessere psicofisico,
con una maggiore
aspettativa di vita.
Ma non si può generalizzare
sulle varie formule.
Nello stabilire il "peso ideale",
è necessario tenere conto,
oltre che della statura e del sesso,
anche della costituzione scheletrica
e muscolare.
Quest’ultima, infatti, può variare
da soggetto a soggetto
in base a fattori genetici,
sesso ed età,
ma anche dall'attività fisica svolta.
Così come un aumento
di peso temporaneo
può essere la conseguenza
di alcune condizioni fisiologiche
o patologiche,
come per esempio
nella ritenzione idrica
dove non vi è un aumento
In ogni caso,
per conoscere
se il proprio peso
è nel range di normalità,
vi è una formula che calcola
l’indice di massa corporea.
Il BMI (Body Mass Index)
è il risultato del rapporto
tra il peso espresso in kg
ed il quadrato dell’altezza
ed il quadrato dell’altezza
espressa in metri.
Sotto un BMI di 18,5
si è sottopeso,
tra 18,5 e 24,9
si è normopeso,
con un BMI tra 25 e 29,9
si è in sovrappeso,
da 30 a 34,9
vi è un’obesità di classe I,
da 35 a 39,9
si parla di obesità di classe II,
uguale o maggiore di 40
si ha invece
un’obesità di classe III.
Vi è una correlazione
tra livelli di BMI
e rischio di malattia
e mortalità.
Ma, ancora di più,
è la localizzazione dell’adipe
che rappresenta
un maggior rischio di morbilità.
L’obesità si può differenziare,
a seconda della distribuzione
del grasso corporeo,
in obesità androide
(dell’addome)
o obesità ginoide
(del bacino, anche, glutei, cosce).
La misurazione della
circonferenza vita (misurata con un metro a nastro appena al di sopra della porzione superiore del bordo laterale della cresta iliaca, senza comprimere l’addome e ad una respirazione minima normale) permette una valutazione del rischio di complicanze metaboliche.
circonferenza vita (misurata con un metro a nastro appena al di sopra della porzione superiore del bordo laterale della cresta iliaca, senza comprimere l’addome e ad una respirazione minima normale) permette una valutazione del rischio di complicanze metaboliche.
Nessuna complicazione se minore
di cm 80 nelle donne
e minore di cm 94 negli uomini,
lievemente aumentato
se tra cm 80-88 nelle donne
e cm 94-101 negli uomini,
notevolmente aumentato
se maggiore
di cm 88 per le donne
e maggiore
di cm 102 negli uomini
(rischio accentuato).
I maggiori rischi correlati al grasso addominale sono le patologie cardiovascolari
ed il diabete mellito di tipo 2.