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17 marzo 2012

BMI e circonferenza addome


Responsabili del sovrappeso
e dell'obesità
sono, nella loro complessità, 
oltre che fattori genetici 
ed ambientali, 
anche cause biologiche, 
sociali, psicologiche e
non da meno, 
molte influenze culturali.

Il “peso giusto”
può essere considerato 
quel peso che assicuri
ottime prestazioni funzionali 
dell'organismo ed uno stato 
di benessere psicofisico,
con una maggiore 
aspettativa di vita.

Ma non si può generalizzare 
sulle varie formule.

Nello stabilire il "peso ideale", 
è necessario tenere conto, 
oltre che della statura e del sesso, 
anche della costituzione scheletrica 
e muscolare.
Quest’ultima, infatti, può variare 
da soggetto a soggetto 
in base a fattori genetici, 
sesso ed età, 
ma anche dall'attività fisica svolta.
Così come un aumento 
di peso temporaneo 
può essere la conseguenza 
di alcune condizioni fisiologiche 
o patologiche, 
come per esempio 
nella ritenzione idrica 
dove non vi è un aumento
 di tessuto adiposo.


In ogni caso, 
per conoscere 
se il proprio peso
è nel range di normalità,
vi è una formula che calcola 
l’indice di massa corporea.


  


Il BMI (Body Mass Index
è il risultato del rapporto 
tra il peso espresso in kg 
ed il quadrato dell’altezza 
espressa in metri.

Sotto un BMI  di 18,5 
si è sottopeso
tra  18,5 e  24,9  
si è normopeso
con un  BMI tra 25 e 29,9 
si è in sovrappeso
da 30 a 34,9 
vi è un’obesità di classe I, 
da 35 a 39,9 
si parla di obesità di classe II,
 uguale o maggiore di 40 
si ha invece
 un’obesità di classe III.


Vi è una correlazione 
tra livelli di BMI 
e rischio di malattia 
e mortalità. 
Ma, ancora di più, 
è la localizzazione dell’adipe 
che rappresenta 
un maggior rischio di morbilità.
L’obesità si può differenziare, 
a seconda della distribuzione 
del grasso corporeo, 
in obesità androide
 (dell’addome)
 o  obesità ginoide 
(del bacino, anche, glutei, cosce).

      La misurazione della 
circonferenza vita (misurata con un metro a nastro appena al di sopra della porzione superiore del bordo laterale della cresta iliaca, senza comprimere l’addome e ad una respirazione minima normale) permette una valutazione del rischio di complicanze metaboliche.

Nessuna complicazione se minore 
di cm 80 nelle donne 
e minore di cm 94 negli uomini, 
lievemente aumentato 
se tra cm 80-88 nelle donne 
cm 94-101 negli uomini, 
notevolmente aumentato
 se maggiore 
di cm 88 per le donne
e maggiore 
di cm 102 negli uomini 
(rischio accentuato). 

I maggiori rischi correlati al grasso addominale sono le patologie cardiovascolari 
ed il diabete mellito di tipo 2.


Le illustrazioni sono 
della pittrice
Yvonne Zomerdijk