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23 dicembre 2019

Babbo Natale


Il mito di Babbo Natale o Santa Claus, comincia con la vita e le opere di San Nicola di Bari, vescovo di Myra (oggi Demre, città della Turchia),) nato intorno al 270 d.C.


Si festeggia il 6 dicembre, data della sua morte, e viene ricordato per la sua bontà e il grande amore verso i bambini e i giovani.


Numerosi furono i miracoli e altrettante numerose furono le leggende nate intorno a questo santo tra i più amati e venerati in tutto il mondo cattolico e ortodosso.


Vari culti si diffusero più tardi in Europa e, ancor oggi, lo si commemora con lo scambio dei doni nel giorno del 6 dicembre.


Da qui è diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, il NiKolaus della Germania e più tardi il nostro Babbo Natale.


Il primo Babbo Natale della storia era vestito di verde e indossava una pelliccia.
Fu poi rappresentato come un omone dall'aspetto buono con panciotta, capelli e barba bianca e un sacco pieno di regali per i bambini, dalla poesia attribuita a Clement Clarke Moore in America.



La classica divisa rossa ha invece origine nel 1885, a Boston, dal tipografo Louis Prang quando lo ideó per rappresentarlo in alcune cartoline di Natale.


Più tardi, nel dicembre 1931, l'illustratore Haddon Sundblom creò per la pubblicità della Coca-Cola il Babbo Natale come quello che conosciamo oggi.



La notte prima di Natale
di Clement Clarke Moore

Era la notte prima di Natale e tutta la casa era in silenzio, nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, appese in bell'ordine al camino,
aspettavano che Babbo Natale arrivasse.
I bambini rannicchiati al calduccio nei loro lettini sognavano dolcetti e zuccherini;
la mamma nel suo scialle ed io col mio berretto stavamo per andare a dormire
quando, dal giardino di fronte alla casa, giunse un rumore.
Corsi alla finestra per vedere che cosa fosse successo, spalancai le imposte e alzai il saliscendi.
La luna sul manto di neve appena caduta
illuminava a giorno ogni cosa ed io vidi , con mia grande sorpresa, una slitta in miniatura tirata da ott minuscole renne
e guidata da un piccolo vecchio conducente arzillo e vivace; capii subito che doveva essere Babbo Natale.
Le renne erano più veloci delle aquile
e lui le incitava chimandole per nome.
"Dai, Saetta! Dai, Ballerino!
Dai, Rampante e Bizzoso!
Su, Cometa! Su, Cupido! Su, Tuono e Tempesta!
Su in cima al portico e su per la parete!
Dai presto, Muovetevi!"
Leggere come foglie portate da un mulinello di vento, le renne volarono sul tetto della casa, trainando la slitta piena di giocattoli.
Udii lo scalpiccio degli zoccoli sul tetto,
non feci in tempo a voltarmi che Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, da capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli: sembrava un venditore ambulante sul punto di mostrate la sua mercanzia!

I suoi occhi come brillavano! Le sue fossette che allegria!
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia!
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso, la barba bianca come la neve,
aveva in bocca una pipa e il fumo circondava la sua testa come una ghirlanda.
Il viso era largo e la pancia rotonda
sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva.
Era paffuto e grassottello, metteva allegria,
e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
e la mia paura sparì non disse una parola e tornò al suo lavoro.
Riempì una per una tutte le calze, poi si voltò, accennò un saluto col capo e sparì su per il camino.
Balzò sulla slitta, diede un fischio alle renne e volò via veloce come il piumino di un cardo.
Ma prima di sparire dalla mia vista lo udii esclamare:
Buon Natale a tutti e a tutti buona notte!